domenica 27 dicembre 2009

Le donne della guerra



Partigiane , infermiere, staffette ,informatrici.
In prima linea ,nonostante tutto, c’erano anche loro:le donne della guerra, che la guerra l’hanno fatta, vissuta e raccontata.
«Caratteristica fondamentale della resistenza femminile che fu uno degli elementi più vitali della guerra di liberazione è proprio questo suo carattere collettivo, quasi anonimo, questo suo avere per protagoniste non alcune creature eccezionali, ma vaste masse appartenenti ai più diversi strati della popolazione, questo suo nascere non dalla volontà di poche, ma dalla iniziativa spontanea di molte»A. Marchesini Gobetti.

Così la donna non si distingueva più solo per il ceto sociale:
C’era la partigiana, che combatté con il sangue per la liberazione della patria
C’era l’infermiera , che soccorreva i tanti troppi caduti che una guerra fatta da un esercito non regolare e improvvisato provocava
C’erano le staffette , cioè coloro che , per conto dei vari reparti di partigiani, costituivano l’unico e vero mezzo di comunicazione.
Durante le soste di pernottamento e di riposo, le staffette andavano nell'abitato in cerca di viveri, di medicinali e , soprattutto, di informazioni riguardo eventuali reparti nemici nelle vicinanze.
C’erano infine le informatrici, coloro che tenevano aggiornati i vari reparti sulla situazione politica generale e sull’andamento delle battaglie nella penisola.
Ogni donna non fascista dell’epoca partecipò per quanto possibile alla resistenza.
Le contadine accoglievano e rifocillavano, rischiando d’essere scoperte, i partigiani di passaggio, trattandoli spesso come figli.
E’ infatti questo il ruolo che Marta, nel libro ‘I piccoli maestri ’ , riveste a pieno , difendendo l’identità e l’ubicazione dei partigiani che ospitava anche a costo di essere arrestata e torturata.
Le donne però, che come molti ritengono, furono colonne portanti dell’organizzazione e della gestione della guerra partigiana, non furono mai lodate e premiate per gli sforzi ed i rischi corsi durante la guerra, quasi solo il braccio dell’uomo fosse stato l’artefice della vittoria partigiana.

4 commenti:

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    PROF.

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  2. Credo sia Francesca Baldisseri.
    Comunque è vero, non si sente mai parlare delle donne come parte viva della guerra. Sono solo un'immagine di sfondo, di secondo grado su cui nessuno pone la propria attenzione. Le donne sono protagoniste tanto quanto lo sono gli uomini in quello che accade nel mondo: non c'è e non ci deve essere differenza. Leggendo questo post mi torna alla mente un detto popolare che sento molto frequentemente: dietro un grande uomo c'è sempre una grande donna.
    Alessia Zaroccolo

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  3. è vero Alessia, hai ragione. E' proprio il motivo per cui ho fatto scrivere questo post......poi considerando che in classe siete in minoranza.......fate partire il girl power...!
    ciao

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  4. Che società maschilista che è la nostra.
    Se venissero attribuiti alle donne i giusti meriti, non si sentirebbe che parlare di loro!

    Federica Magnabosco

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